Base dei Vendicatori

 

Sono le tre del mattino, e Simon Williams sta fissando il soffitto. E’ una cosa comune per chi è appena diventato padre, ma in questo caso suo figlio Charles non è la causa della sua insonnia. Simon non ha bisogno di dormire da quando è diventato Wonder Man.

Normalmente farebbe di tutto per impegnare il proprio tempo in un modo che non sia fissare il soffitto, in attesa che sorga il sole: ma di questi tempi, piuttosto che fare il turno di notte ai monitor, preferisce riposare nello stesso letto di sua moglie e nella stessa stanza di suo figlio.

Poi, come è la norma in questo luogo, scoppia il caos. L’allarme generale inizia il proprio frastuono, chiamando a raccolta i potenti eroi della Terra per fermare chissà quale minaccia.

Come è ormai abituato a fare, Wonder Man scatta giù dal letto ed inizia ad indossare il proprio costume. Si ferma quando Wanda Maximoff, rigirandosi nel letto, gesticola nella direzione generale dell’altoparlante che lancia l’allarme.

Wonder Man non sa cosa succeda di preciso: forse un cortocircuito, oppure qualcosa di ancora più improbabile, ma fatto sta che il suono improvvisamente cessa. Non ci fa troppo caso, anche perché il frastuono ha svegliato suo figlio che inizia a urlare con tutto il fiato che ha in gola.

-Ci penso io, Wanda – dice Simon, ottenendo in risposta qualcosa di incomprensibile per colpa del sonno.

Nel corridoio si sentono i passi rapidi e decisi di eroi che scattano verso l’azione. Wonder Man sospira amareggiato, ma sa che cosa deve fare e torna a cullare il figlio.

A salvare il mondo ci penserà qualcun altro, oggi.

 

Sala delle riunioni

 

In qualità di avanzatissimo androide, nemmeno Visione ha bisogno di dormire. Per questo, il nuovo Presidente ha abolito la vecchia tradizione dei turni ai monitor: il suo cervello elettronico può tenere sotto costante controllo un gran numero di trasmissioni, e non c’è bisogno di stancare inutilmente gli altri Vendicatori.

Tutti i Vendicatori che attualmente si trovano alla Base si presentano, in costume e pronti a tutto nonostante sia notte fonda. Sersi, Machine Man ed Ercole non dimostrano ovviamente alcun senso di stanchezza; Songbird e Thunderstrike non sono certo da meno.

-Spero che sia qualcosa di grosso – dice Songbird sopprimendo uno sbadiglio.

-Invero! Il ritorno alla pugna del Principe della Forza richiede una battaglia epica! – esclama Ercole.

-Al contrario, il motivo per cui ho suonato l’allarme è proprio per evitare uno scontro – spiega Visione, indicando le due mappe proiettate dal generatore olografico al centro del tavolo delle riunioni – Come sapete, avevamo lasciato delle postazioni di monitoraggio ad Olympia e a Lemuria per verificare che la loro guerra eterna non ricominciasse. Gli ultimi dati trasmessi riguardavano due potenti esplosioni, esattamente nello stesso momento, una in ciascuno dei due luoghi. Photon, puoi riferire qualche novità?

C’è un lampo di luce nella stanza, che immediatamente prende le sembianze di una giovane donna di colore in costume bianco. La sua improvvisa apparizione sorprende i suoi compagni di squadra; è un’applicazione del suo potere a cui è difficile abituarsi.

-E’ come pensavi, Visione: qualcosa ha fatto esplodere l’ambasciata lemuriana ad Olympia.

-C’è stato qualche ferito? – chiede preoccupata Sersi.

-Una ventina di Devianti carbonizzati – risponde Photon – Sicuro che non sia il caso di indagare subito anche a Lemuria e scoprire quali danni ha fatto l’esplosione avvenuta laggiù? Anche se è sotto il mare, trasformandomi in un fascio di neutrini potrei comunque...

-Dovremo discutere questioni molto importanti alle Nazioni Unite domani, Photon, e tu hai bisogno di dormire. Sono sicuro che, nel frattempo, potremo gestire la situazione.

-Se lo dici tu...fatemi sapere se ci sono progressi – annuisce Photon, prima di scomparire in un altro lampo di luce.

-Un potere che fa risparmiare tempo... – osserva Songbird.

-Volevo essere sicuro che non fosse un falso allarme. Sersi, Songbird ed Ercole: voi tre siete i membri con maggiori legami con Olympia, quindi tenterete di capire cosa sia successo. Ho richiamato Iron Man perché ripari il trasmettitore, partirete con il Quinjet numero 1per Olympia al suo arrivo.

-E’ logico supporre che ricostruire il trasmettitore di Lemuria spetti a me – comprende Machine Man.

-Corretto. All’arrivo di Capitan America ed Occhio di Falco, partirete per la capitale Deviante con il Quinjet numero 2.

-Hey, perché il numero 1 è toccato a loro? – protesta Thunderstrike.

-Perché Lemuria si trova in fondo all’oceano ed il Quinjet numero 2 è il meglio equipaggiato per le profondità marine.

-Oh – è tutto quello che ha da dire Thunderstrike.

-Dovresti gioie, o guerriero del tuono! – esclama Ercole dando una forte pacca sulle spalle di Thunderstrike – Si narreranno le gesta della tua epica battaglia con i mostruosi Devianti!

-Non sono sicuro di comprendere: apparentemente, la nostra missione esclude uno scontro fisico – risponde Machine Man.

-Precisamente. Cercate di tenerlo a mente, Vendicatori:  è imperativo evitare un’altra guerra Eterna-Deviante. Con ogni mezzo necessario.

 

 

#71

Il fardello dell’uomo eterno

Parte 1: L’unico Deviante buono...
di Carlo Monni e Fabio Furlanetto

 

Un luogo imprecisato

 

Il suo nome è Todd Arliss... o forse dovremmo dire che lo era. Da quando, alcuni anni fa,[1] ha subito un processo di mutazione genetica, infatti, risponde solo al nome di Squalo Tigre e di quel predatore dei mari possiede sia la forza che l’aggressività. Fino a tempi recenti era rinchiuso nel supercarcere federale per supercriminali noto come “La Volta”, poi, dopo che il suddetto carcere è stato danneggiato in seguito ad un tentativo multiplo di evasione,[2] è stato trasferito al complesso conosciuto come Progetto Pegaso e da qui “prelevato” qualche giorno fa. Da chi? Sta per scoprirlo adesso.

-Benvenuto Squalo Tigre. Io sono il Barone Zemo e sono io che ho organizzato la tua evasione dal Progetto Pegaso.

-E che cosa vorresti in cambio?-

-Dritto al punto, eh? Bene, così mi piace. Farò altrettanto anch’io. Ti offro l’opportunità di fare quello che sai fare meglio: uccidere e smembrare. Entra nei miei Signori del Male ed aiutami a distruggere i Vendicatori.

-I Vendicatori? Uhm. Sono già stato un paio di volte in questi “Signori del Male” e non ha funzionato granché, ma se mi garantisci che tra i bersagli ci sarà anche Namor, ci sto.

-Non ci sono problemi. I miei bersagli sono tutti coloro che sono o sono stati Vendicatori. Benvenuto tra noi, Squalo Tigre.

 

 In volo sul Mediterraneo

 

A bordo del Quinjet numero 1, Iron Man si alza dal sedile di co-pilota mentre Sersi, alla guida del potente velivolo, si lamenta:

-Preferivo quando avevamo il teletrasporto.

<<Con i poteri di Scarlet di nuovo ai vecchi livelli, anche alla fine della sua maternità avremo bisogno di un mezzo di trasporto. Nel frattempo ho anche fatto un po’ di migliorie al sistema di propulsione; adesso possiamo andare da zero a Mach 5 in quaranta secondi>>

-Ma perché devo proprio guidare io? – continua a lamentarsi l’Eterna.

<<Perché hai collezionato meno ore di volo di tutti i Vendicatori attivi, Ercole incluso>>

-Capita, quando si può levitare...

<<Nessuna idea di che cosa possa esserci dietro all’attentato?>>

-Chi lo sa? I Devianti sono imprevedibili.

<<E l’esplosione a Lemuria, allora? Perché avrebbero dovuto...>>

-Non potrebbe importarmene di meno – risponde acidamente l’Eterna.

Dietro la maschera di Iron Man, Tony Stark vorrebbe dire qualcosa in materia...ma ricordando quello che Sersi ha passato durante la loro ultima visita ai Devianti, preferisce lasciar perdere.

 

Nella parte posteriore del Quinjet, abbastanza spazioso da ospitare almeno una dozzina di eroi, Songbird sta aggiornando Ercole sugli ultimi sviluppi del gruppo durante la sua assenza.

Iron Man è contento del ritorno del semidio greco: anche se non ha mai legato con lui quanto con Thor, il ritorno della sua irruenza ha fatto bene allo spirito dei Vendicatori dopo il coma di Wasp. E sospetta che, nascondendolo sotto la posa del guerriero interessato solo alla lotta, lo abbia pensato anche Ercole nel decidere di tornare.

-Quei viscidi vermi striscianti! Come hanno osato oltraggiare in modo sì brutale lo splendido corpo di un’Eterna!?

Ercole si alza in piedi, stringendo il pugno destro e sollevandolo per minacciare l’aria nella propria furia.

-Fermate questa nave meccanica, così che possa spedire personalmente tra le fauci di Cerbero quei...

<<Ercole, per favore: siediti>>

Il greco si avvicina ad Iron Man per fissarlo dall’alto verso il basso: anche con l’armatura, lo sovrasta di qualche centimetro.

-Come possono i Vendicatori aver lasciato la loro città in piedi, dopo una simile offesa!?

<<Abbiamo fatto giustizia, non vendetta. I mostri che hanno violentato Sersi sono stati puniti a dovere, ma ci sono migliaia di Devianti che non le hanno fatto niente e sono stati schiavi di un regime totalitario dopo l’altro per secoli e secoli. Questa è una missione di pace: mettitelo in testa, o te ne torni a New York a piedi>>

Sono pochi i mortali a poter guardare negli occhi un dio greco infuriato e riuscire a calmarlo.

Per fortuna Tony Stark è uno di questi, ed Ercole se ne torna a sedere con un grugnito. Iron Man tira un sospiro mentale  di sollievo, dubitando che persino la sua armatura l’avrebbe protetto a sufficienza in caso contrario.

-Forse Visione sarebbe dovuto venire al posto mio – interviene Songbird – Se vogliamo evitare un incidente diplomatico, voglio dire...non è che io possa fare un granché, temo.

<<Non prenderla dal lato sbagliato, Songbird, ma conoscendo gli Eterni è possibile che il tuo retaggio ci dia maggiori possibilità di comunicare>>

-“Retaggio”? Di cosa va parlando, Songbird? – chiede Ercole.

-L’ultima volta che siamo stati qui, ho scoperto di essere in realtà un’Eterna – gli rivela un po’ timidamente la ragazza, che non ha ancora capito come questa rivelazione dovrebbe influire sulla sua vita.

-Questa è un’ottima notizia, damigella! La tua bellezza, leggiadria e coraggio in battaglia sopravvivranno per più di cento secoli!

-Ehm...grazie, credo – risponde Songbird, visibilmente più terrorizzata che estasiata dall’idea.

-Questo richiederebbe una celebrazione! Iron Man, forse che il tuo signore Tony Stark potrebbe rifornire questi “Quinjet” con sidro, birra od idromele?

<<Neanche per idea, Ercole. E comunque, siamo quasi a destinazione>>

 

Da qualche parte a New York City.

 

Il luogo? Chiamiamolo semplicemente il Quartier Generale segreto di una certa alleanza tra supercriminali. L’Uomo? Il tredicesimo di una stirpe un tempo gloriosa che ha fornito agli Stati tedeschi valenti generali, statisti, scienziati… e criminali di guerra. Helmut Zemo sorride sotto la maschera che copre il suo volto scarnificato. Stavolta la vendetta che per lungo tempo gli è sfuggita è finalmente a portata di mano.

-Un soldo per i tuoi pensieri, Barone.- a parlare è stato uno dei suoi più vecchi e fidati alleati: P. Norbert Ebersoll, alias Fixer o Techno, se preferite.

-Li valuti tanto poco?- è la sprezzante replica di Zemo all’osservazione del suo sottoposto.

-Non mi permetterei mai, vostra altezza baronale. Mi chiedevo solo se avevi già deciso quando attaccheremo i Vendicatori.-

-Uhm… non sono sicuro di apprezzare il tuo sarcasmo, si addiceva più al personaggio di Techno… e tu non lo sei più adesso. Comunque non è ancora il momento di attaccare: il nostro piccolo esercito non è ancora al completo. Abbiamo ancora diverse… reclute… da contattare. Quando verrà il momento voglio avere a disposizione la più potente forza d’attacco che si sia mai vista.

-A dir la verità… forse sarebbe più saggio attaccarli e sconfiggerli un po’ alla volta. Uniti i Vendicatori sono sempre stati una forza formidabile, dovresti ricordarlo.-

-Non lo metto in dubbio ed infatti attaccarli uno alla volta od a piccoli gruppi è esattamente la mia intenzione, ma iniziare l’attacco troppo presto li metterebbe in guardia ed io voglio evitarlo. Stavolta la vittoria deve essere mia.

-Capisco, Barone. Ora scusami, ma ho ancora un po’ di cose da fare in laboratorio. Quel Venom che abbiamo catturato un po’ di tempo fa merita uno studio approfondito.

Fixer esce dalla stanza e Zemo richiude bruscamente la porta rimanendo di nuovo solo… ma non per molto. Improvvisamente e misteriosamente nella stanza si diffondono le note di una musica cupa: la Marcia Funebre di Chopin.

-Devi proprio fare queste stupide entrare teatrali?- esclama Zemo rivolto ad una figura apparsa nel vano di una porticina apertasi in una parete.

-Mi diverte- risponde semplicemente il suo interlocutore aspirando il fumo di una sigaretta da un lungo bocchino e poi lasciando cadere con noncuranza la cenere sul pavimento –Comunque, ero solo curioso di vedere come stava andando questa tuo piccolo piano

-Il mio piano, per l’appunto- ribatte Zemo -Tu non c’entri niente. Lascia che ci pensi da solo ai miei affari.

-Non ho nulla in contrario. Distruggi pure i Vendicatori, se è quello che vuoi, ne sarò solo felice. Attento, però, a non mettere in pericolo i nostri piani di lungo periodo.

-Di questo non devi preoccuparti, ho pensato a tutto.

-Io non sono mai preoccupato- replica l’altro.

La musica in sottofondo cessa, una porta si richiude e Zemo è di nuovo solo.

 

Olympia, città degli Eterni

 

Sulla cima del monte Olimpo, invisibile agli occhi dei mortali grazie ad una tecnologia di sfasamento dimensionale, si erge la più antica città del pianeta. Al tempo stesso modernissima e più vecchia di qualunque civiltà umana; persino Ercole ne subisce il fascino.

-Invero, la meraviglia di questa città rivaleggia con l’Olimpo stesso...posso comprendere come si sia originata la confusione dei mortali.

Nel breve tragitto dalla piazza in cui sono atterrati alla posizione dell’ambasciata, i Vendicatori non incontrano un solo Eterno.

Arrivati a destinazione, capiscono il perché. Una piccola orda di Devianti, dalle più disparate forme, dimensioni e colori, si è radunata di fronte alle macerie. Almeno due dozzine di Eterni li circondano, quasi tutti fluttuando a mezz’aria.

Nonostante l’accerchiamento i Devianti urlano, protestano, lanciano insulti e sassi contro gli dei che li circondano. Nessuno di essi osa avvicinarsi troppo, tranne uno: un gigante di due metri e mezzo, con occhi da insetto e sei braccia ben muscolose.

Sta sbraitando in faccia ad un Eterno dai capelli biondi, con un costume blu, che lo fissa con un’espressione glaciale.

-Io non c’entro niente con l’attentato! Sono venuto qui con la mia famiglia per lavorare, non per essere trattato come un animale!

-Siete tutti sospettati – risponde con calma Ikaris

 – Ancora non sappiamo chi o cosa abbai causato l’esplosione, ma è notorio che tra voi Devianti c’è n’è più di uno capace di architettare una simile perfidia.

 

 

-Adesso ti faccio vedere io di che cosa è capace un vero Deviante! – urla il mostro, sollevando le grandi braccia pelose e preparandosi ad assestare tre ganci destri al mento di Ikaris.

Invece i suoi pugni si fermano quando incontrano una barriera rosa. Il Deviante indietreggia, e le urla di protesta dei suoi simili aumentano di volume.

<<Sembra che non siamo stati abbastanza chiari, l’ultima volta: basta guerre>> dice Iron Man, per poi sussurrare a Songbird <<Abbassa pure la barriera sonica, ma preparati nel caso in cui si agitino troppo>>

La ragazza annuisce, ed il campo di forza composto di suono solidificato svanisce. Ikaris degli Eterni Polari si volta per osservare i Vendicatori, dirigendosi, quindi, verso Sersi.

-Ho provato a ragionare con loro…Ma devi ammettere che a volte si comportano davvero come delle bestie senza cervello.– protesta indicando le macerie fumanti e la folla urlante.

-Mi hanno detto che non si è fatto male nessun Eterno – risponde Sersi, cercando di non guardare nemmeno i Devianti.

-Per fortuna solo il vecchio Aletheo era presente all’esplosione. Siamo arrivati molto vicini alla tragedia: è tornato sulla Terra da poco, e non ha ancora recuperato tutte le sue energie cosmiche. Se fosse stato nel punto esatto in cui è avvenuta l’esplosione, i suoi atomi sarebbero stati dispersi.

-Come “vicini” alla tragedia? Credevo ci fossero state delle vittime – ricorda Songbird.

-Hai ragione. Sono morti dei Devianti. Purtroppo a volte mi faccio un po’ troppo prendere dai vecchi pregiudizi.– alza le spalle – Si è parlato di erigere un monumento al posto dell’ambasciata lemuriana.

<<Se non vi dispiace, vorrei esaminare quello che è rimasto dell’esplosione e parlare con questo Aletheo, se è l’unico testimone>>

-In realtà sì, Iron Man, ci dispiace. Questa non è una questione per i mortali; Sersi ed Adora possono restare, ma tu ed il mezzo umano dovete andare.

-Come osi riferirti al Leone di Olimpia come “mezzo umano”? – protesta Ercole – E chi è questa “Adora”?

-E’ il mio nome da Eterna – spiega Songbird – Ikaris, ne abbiamo già parlato l’ultima volta: basta con la guerra fredda con i Devianti. Quello che fate qui ha ripercussioni in tutto il mondo, ed i Vendicatori non possono più ignorarlo.

<<Quindi non mi interessa se ti dispiace o meno: siamo qui per restare. E già che ci siamo, questa gente può tornarsene a casa: se volete li interrogherete in seguito, con la nostra supervisione. Ma devianti o meno, sono innocenti fino a prova contraria>>

-Sei veloce a dare ordini, per un essere umano. Ma cosa ti fa pensare di avere autorità ad Olympia?

I Vendicatori si radunano alle spalle di Iron Man: Ercole fa scrocchiare le nocche, Songbird ricrea le proprie ali di suono solido, e gli occhi di Sersi si accendono di energia cosmica.

<<Possiamo risolvere la questione da persone adulte o combattere riducendo in macerie la città, Ikaris. A te la scelta>>

-A dire la verità, non è a lui che spetta una decisione simile – interviene la voce di una donna.

A fianco di Ikaris appare in un lampo Thena, principessa degli Eterni di Olympia, con la sua armatura dorata ed i lunghi capelli biondi. Appena il suo teletrasporto è completato, si rivolge sia ai Devianti che agli Eterni che li stanno circondando:

-Cittadini di Olympia, ospiti di Lemuria: tornate nelle vostre case. Abbiamo lavorato troppo duramente per la pace tra i nostri due popoli per lasciare che un incidente insignificante come questo possa rovinare tutto.

Gli Eterni annuiscono, volando verso casa; i Devianti si ritirano, anche se il gigante a sei braccia sottolinea:

-Ecco cosa significa per loro la morte di venti figli di Lemuria: un “incidente insignificante” – ringhia, pur non avendo il coraggio di stuzzicare ulteriormente gli Eterni.

<<Grazie per l’aiuto, Thena. E’ un piacere che qualcuno da queste parti conosca ancora la diplomazia>>

-Non potevate arrivare in un momento peggiore – risponde l’Eterna alzandosi in volo – Seguitemi: Zuras desidera parlare con voi.

Senza chiedere ulteriori spiegazioni, Iron Man e Sersi decollano. Songbird fa lo stesso, creando anche una corda di suono solido che Ercole possa afferrare per essere trasportato in volo.

Prima di allontanarsi, Thena dà un ultimo ordine:

-Ikaris, visto che non hai niente di meglio da fare, perché non dai una ripulita a queste macerie?

 

Lemuria, sul fondo dell’Oceano Pacifico

 

Il Quinjet numero 2 emerge da uno dei grandi tunnel che collegano la Città dei Rospi alle profondità oceaniche. Machine Man è il primo ad uscire dal velivolo, allungando il collo telescopico per avere una visione d’assieme della città.

-Siamo relativamente vicini al luogo dell’esplosione – informa gli altri Vendicatori.

-Okay, andiamo a dare un’occhiata – risponde Occhio di Falco, per poi voltarsi verso i suoi compagni di squadra e ricordare: -Mi raccomando, questa è una missione diplomatica...vediamo qual è il problema, e se possibile diamo una mano. Niente scenate da testa calda, ci siamo capiti?

-Stai cercando di convincere noi o te stesso? – risponde Capitan America.

-I Devianti non sono noti per la loro calma, cap junior: probabilmente non aspettano altro che una provocazione, per scatenare un’altra guerra – spiega l’arciere.

-Guarda che c’ero anch’io, l’ultima volta – gli ricorda Capitan America.

-La faccenda delle due esplosioni simultanee non mi piace per niente...e poi, per che motivo? Credevo avessero capito che, se avessero cercato di attaccare un’altra volta gli Eterni, saremmo intervenuti per dargli qualche altra botta in testa – aggiunge Thunderstrike.

-No, non dobbiamo dargli nessuna botta – risponde Occhio di Falco, per poi assumere un tono di voce diverso. E’ un’inflessione che non usa spesso: ora non è l’avventuriero mascherato che si diverte a sfiorare il pericolo, è il comandante che mette in ordine le sue truppe.

-Il bastone e la carota non funzionano con i Devianti; gli Eterni non hanno fatto altro per migliaia di anni, e non è servito a niente. Una bella batosta e poi li lasciavano fare, finché non causavano un altro disastro, e giù ancora di botte. Non voglio che ricominci tutto da capo.

-Hai ragione, dobbiamo smetterla di trattarli come barbari e convincerli che possono migliorare la propria società – risponde Capitan America – La maggior parte di loro non è interessata alla guerra, ma sono stati vittime di un regime oppressivo dopo l’altro per chissà quanto tempo. Anche se i problemi causati dal loro isolamento e dai loro problemi genetici sono comprensibili, non è una scusa sufficiente: è tempo che i Devianti imparino a prendersi la responsabilità delle proprie azioni.

-Bel discorso; il vecchio Cap ti ha lasciato un manuale di istruzioni su come pontificare, oltre allo scudo? – lo prende in giro Occhio di Falco.

-Qualcosa del genere – risponde Capitan America, dispiacendosi per non avere una risposta migliore. Il vecchio Capitano sarebbe stato così ottimista sulla possibilità di redimere i Devianti?

-Spero proprio che i Devianti non c’entrino niente con l’esplosione, o ci ritroveremo tutta la città addosso...voglio dire, l’ultima volta questa era una polveriera pronta ad esplodere – ricorda Thunderstrike.

-Potresti avere più ragione di quanto credi – interviene Machine Man, tornando ad altezza normale ritraendo gli arti telescopici – Secondo le mie analisi preliminari, più di un quarto della città sta attualmente andando a fuoco.

 

Palazzo Reale di Olympia

 

Iron Man, Sersi, Songbird ed Ercole stanno camminando lungo gli ampi corridoi che portano alla sala del trono. L’eco dei loro passi si riflette sulle scene di battaglia incise sulle mura; scontri epici della lontana guerra civile degli Eterni, ormai vecchia di decine di millenni, ma soprattutto innumerevoli scontri contro gigantesche orde di Devianti.

-Non mi capacito mai di quanto sia deserto questo posto – nota Songbird – C’è così poca gente, per una città così grande e bella...

-Dici il vero, dolce Songbird. Questo luogo mi rammenta gli antichi templi lasciati deserti dopo il crollo di un impero.

<<Dicevi che abbiamo scelto un brutto periodo, Thena>> ricorda Iron Man, parlando con l’Eterna che fluttua davanti ai visitatori mostrando la strada <<Cosa intendevi?>>

-Dopo aver proclamato la pace ed aver aperto l’ambasciata – spiega l’Eterna – C’è stato uno scambio. Alcuni di noi si sono trasferiti a Lemuria per aiutarli a ricostruire la città, mentre numerosi Devianti si sono trasferiti qui. Come ha ricordato Adora...

-Chiamami Songbird, per favore.

-Questa città è quasi deserta, ed avevamo spazio a sufficienza per degli immigrati. Ma molti fratelli e sorelle Eterni sono troppo scettici in materia, ed hanno preferito restare il più alla larga possibile. Il ghetto lemuriano è stato molto...restio a seguire le nostre leggi.

<<Chi si occupava della gestione dell’ambasciata, prima dell’esplosione?>>

-Solo il vecchio Aletheo. Dopo aver esplorato lo spazio negli ultimi ventimila anni, è tornato ad Olympia in seguito al richiamo di Zuras...ed ha trovato l’idea di studiare i Devianti troppo affascinante per lasciare che se ne occupasse qualcun altro.

-Giusto per curiosità: quanto è “vecchio” questo Aletheo? – chiede Songbird con una punta di preoccupazione.

-E’ stato il maestro di manipolazione molecolare di mio padre, quindi dovrebbe avere almeno quattrocento anni.

-Non sembra molto...

-Anni eterni– precisa Sersi – Ha passato da tempo i 400.000, anche se probabilmente non li dimostra.

-E’...è normale arrivare a quell’età, per un Eterno? Deve essere un record o simili, vero?

-Il mio primo maestro di danza va per i 700.000 ed è ancora un bel fusto – risponde Sersi, sperando di rallegrare la compagnia di squadra.

Considerando il pallore sul volto di Melissa Gold quando pensa alla possibilità di vivere così a lungo, probabilmente non è stata una buona idea.

 

All’apertura delle grandi porte della sala del trono, persino Ercole resta senza parole per lo splendore e la magnificenza regali di questo luogo, al di là di ogni immaginazione.

Ad accoglierli è un uomo massiccio dalla folta barba rossa; come il suo costume verde mette in risalto, nonostante l’età inconcepibile per un umano resta una figura possente.

-Sersi, Adora, è un piacere rivedervi. Il mio cuore non è mai in pace, al pensiero che due delle figlie di Olympia possano essere in pericolo dall’altra parte del mondo.

Zuras si avvicina alle due donne con fare paterno, senza però che la cosa sembri particolarmente apprezzata.

-So badare a me stessa ormai, Zuras, ma grazie per l’interessamento – risponde Sersi.

-Mi chiami Songbird, la prego – dice Songbird, per cui quest’uomo è ancora un estraneo.

Zuras stringe con forza la mano di Ercole, essendo uno dei pochi a poterlo fare senza rompersi qualche osso.

-Ed è sempre un piacere reincontrare il figlio di Zeus, con cui i mortali mi hanno molto spesso confuso.

<<Ehm>> attira l’attenzione Iron Man, notando di essere stato lasciato per ultimo nonostante sia a capo di questa missione <<Mi dispiace interrompere la riunione di famiglia, ma siamo venuti qui per dei motivi seri>>

-Non capisco di cosa...oh sì, l’attentato. Nulla di rilevante.

<<Io considero “rilevante” la morte di venti persone, Zuras>>

-Devianti – lo corregge il re di Olympia – E’ nella loro natura essere aggressivi nei nostri confronti. Ma venite, desidero farvi conoscere i nostri fratelli perduti da tempo.

Affacciati ad una delle finestre che mostrano le glorie della città ci sono, infatti, un uomo e due donne che nessun altro dei presenti aveva mai visto in nessuna delle visite precedenti.

L’uomo dalla folta barba nera e la donna dall’armatura leggera che ne mette in risalto le curve si avvicinano a Zuras, senza curarsi troppo di posare lo sguardo sugli altri.

-Vendicatori, desidero presentarvi Enili ed Innara, degli Eterni di Eridu...a volte confusi dai mortali con gli dei del pantheon sumero.

-Valorosi dei che un tempo ho incontrato – ricorda Ercole – E’ straordinaria la somiglianza con Enlil, dio dell'aria e delle tempeste. E la bellezza di questa dama rivaleggia con Inanna, dea della fertilità, dell’amore e della guerra.

-Non hai ancora rinunciato ad allevare esseri umani, Sersi? – chiede Innara, ignorando completamente le parole di Ercole – Dopo tutto questo tempo, credevo avessi imparato ad ammaestrarli.

<<Ne deduco che conosci la signora. Una vecchia amica?>> sussurra Iron Man.

-Ho vissuto per un po’ in Mesopotamia, da bambina – ricorda Sersi – Ma non ci parlavamo molto. Innara aveva una vera passione per uccidere uomini e donne dopo esserseli portati a letto.

-Molto interessante, Zuras, ma non siamo venuti qui per incontrare i tuoi animali da compagnia – si intromette con voce profonda Enili.

Songbird ed Iron Man si scambiano un’occhiata d’intesa, sapendo benissimo cosa succederà in meno di un secondo:

-Nessuno può parlare così al figlio di Zeus! Rimangia le tue parole, marrano, o te le farò ingoiare a forza! – scatta Ercole, avvicinandosi all’Eterno sumero pronto a scaraventarlo in orbita.

<<Ercole...>> tenta di calmarlo Iron Man, con poca convinzione: non è che a lui questo Enili sia poi particolarmente simpatico.

-Oh sì, mi ricordo di te...l’impostore che ha cercato di rubare la fama di Gilgamesh. Non che importi molto, visto che tutti i mortali a cui interessava la cosa saranno ormai morti.

E’ l’ultima goccia: Ercole carica un pugno che sarebbe sufficiente a creare un piccolo terremoto, e si prepara a scagliarne la furia contro l’Eterno.

Enili non si muove, ma una scarica di vento si scatena dalla sua posizione a quella di Ercole. La potenza di un tornado lo investe in pieno, sollevandolo da terra e non lasciandogli niente a cui aggrapparsi. Lo scaraventa contro uno dei muri della sala del trono più resistenti di una porta blindata. Non è sufficiente: il vento sollevato telecineticamente da Enili si ferma solo dopo aver scagliato il semidio attraverso la parete.

-Credevo che solo Thor potesse fare una cosa del genere – si meraviglia Songbird.

Solo adesso, l’altra donna si volta verso i Vendicatori. Indossa preziosi abiti cerimoniali, tra cui un imponente copricapo su cui spicca la lettera greca omega. In realtà si tratta di un simbolo più vecchio di migliaia di anni rispetto all’alfabeto greco, e che per i sumeri era un simbolo divino.

-E’ questo il modo con cui amministri la tua città, Zuras? – chiede con atteggiamento regale ed altezzoso.

-Vendicatori, costei è Ki, regina di Eridu e consorte del re Enki. Identificata dai mortali sumeri con Ninhursag, signora della terra e madre degli dei.

-Questo oltraggio è imperdonabile, Zuras: oltre ad aver insozzato la Città Eterna con la feccia deviante, ora porti al mio cospetto dei miseri umani perché osino attaccare mio figlio?

<<Incantato di fare la sua conoscenza>> risponde Iron Man <<Zuras, se non hai niente in contrario vorrei esaminare le macerie e parlare con questo Aletheo>>

-Questo incontro è terminato – annuncia Ki, levitando verso l’uscita. Enili fa altrettanto, guardando Iron Man con malcelato sdegno. Innara si dirige prima verso Ercole, che si sta togliendo di dosso i frammenti di parete. Innara lo afferra per la barba e gli stampa un lungo ed appassionato bacio in bocca.

Ercole non sembra fare particolare resistenza, ma appena inizia a contraccambiare l’Eterna lo scaglia con forza attraverso un’altra parete.

-Non male. Se oltre agli animali ti interessano le dee, fatti rivedere – dice prima di uscire dalla sala del trono.

 

Howard A. Stark Memorial Hospital. Manhattan

 

-Se non fossi ormai abituato da anni alle cose più strane non ci crederei.- commenta il Dottor Keith Kincaid osservando i risultati degli esami dell’uomo di colore seduto sul lettino del piccolo ambulatorio.

-Beh, spero almeno che siano buone notizie.- commenta William Barrett Foster, ingegnere elettronico di fama, meglio conosciuto in certi ambienti anche come Golia Nero, supereroe.

-Le migliori che si potrebbero pensare.- risponde Keith –La sua guarigione è praticamente completa. Dopo quello strano lampo della settimana scorsa[3] le lesioni che l’avevano portato quasi alla morte sono svanite come se non fossero mai esistite. Perfino la milza e parte del polmone che avevamo asportato sono ricresciuti come nuovi.

-Non mi lamenterò certo di questa fortuna, anche se mi piacerebbe sapere chi o cosa l’ha causata. Quindi alla fine il verdetto è…

-Per quello che mi riguarda può lasciare l’ospedale oggi stesso.

-Non aspettavo altro. Ho una vita che mi aspetta, là fuori.

Poco è più tardi, seduto sull’obbligatoria carrozzina Bill viene accompagnato all’ingresso dove lo aspettano i suoi amici: Celia Jackson, Kayla Ballatine e Dale West

Dopo i convenevoli di rito, il gruppetto si avvia oltre l’uscita.

-Notizie di Talia?- chiede, riferendosi a Talia Kruma, suo capo e fondatrice della Kruma International, nonché suo attuale interesse sentimentale, per così dire.

-Nessuna, purtroppo.- risponde Kayla –La sua scomparsa è ancora un mistero. Non sappiamo nemmeno dove sia andata dopo che ha lasciato New York.[4]
-E tu che mi dici Dale, a te come vanno le cose?

Il biondo e grassoccio ingegnere fa una smorfia.

-Ehm… adesso bene… Ho deciso di prendere… ehm… certe cose con più calma.

-Forse dovrei farlo anch’io se…

L’attenzione di Bill viene distratta dalla vista di un gruppetto familiare: un uomo di colore con la testa rasata ed i baffi seduto su una sedia a rotelle spinta da un ragazzino, suo figlio quasi certamente, ed affiancato da una donna che spinge un passeggino con una bambina.

Il suo viso gli ricorda qualcosa, ma non riesce a ricordare chi può essere. La voce di Celia interrompe il filo dei suoi pensieri.

-Dove ti portiamo, Bill?

-A casa, per ora. Voglio riposare un po’.

E poi… penserà a come scoprire che fine ha fatto Talia.

 

 Sala del trono di Olympia

 

-Sei completamente uscito di testa!?!? – urla Sersi in faccia a Zuras, appena i tre Eterni sumeri se ne sono andati.

I suoi compagni Vendicatori sono shockati dalla sua rabbia, e del modo in cui si è appena rivolta senza il minimo rispetto al suo re. Thena non dice una parola, come se finalmente qualcuno dicesse a voce alta quello che lei finora aveva a malapena avuto il coraggio di sussurrare.

-Qual è il problema, Sersi? – risponde Zuras con la sua tipica calma.

-Hai richiamato gli Eterni di Eridu? Come ti è venuto in mente? Sono dei macellai!

<<Sersi, non credi di esagerare?>> interviene Iron Man; non tanto per difendere il trio sumero, quanto perché sembra essere l’unico a ricordarsi che questa è principalmente una missione diplomatica.

-Tu non c’eri all’epoca, Iron Man. Io ero solo una bambina, ma mi ricordo benissimo. Lo sai quanto è durata la guerra tra Olympia ed Eridu? Quattrocento anni ininterrotti. E l’unico motivo per cui abbiamo firmato quello stupidissimo trattato a Babilonia è stato... perché non glielo racconti tu, Zuras?

-Io ed Enki, il loro sovrano, avevamo idee radicalmente diverse su quale dev’essere il rapporto tra Eterni ed esseri umani. Io ritengo sia nostro dovere proteggerli senza però mai interferire nel loro sviluppo, mentre Enki era di idee più...radicali.

-Non girare attorno alla questione, padre, hanno il diritto di sapere – prende coraggio Thena – Schiavitù. Gli antichi sumeri ritenevano che l’umanità fosse stata creata dai loro dei per esserne schiava, ma che gli dei li avessero liberati quando erano diventati troppo difficili da gestire.

-Memoria ancestrale di quando gli Eterni di Eridu avevano schiavi umani – rivela Sersi – Millenni fa, prima ancora che i sumeri inventassero la scrittura. In realtà, smisero soltanto perché Zuras decise di liberare i loro schiavi, e la lotta per imporre la loro ideologia si rivelò insostenibile.

<<Fondamentalisti Eterni>> comprende Iron Man <<Grandioso. Davvero grandioso>>

-Non erano schiavi – precisa Zuras – Gli umani non erano trattati in modo crudele; davano loro cibo, vestiti ed un riparo. Più che altro, li consideravano animali domestici.

-Come se fosse meglio – risponde Songbird.

-Non dico di appoggiare le loro idee...ma gli Eterni sono rimasti isolati per così tanto tempo, e la nostra civiltà è ristagnata mentre i mortali attorno a noi prosperavano. Quando voi Vendicatori mi avete parlato della forza che nasce da personalità ed idee contrastanti, ho deciso che era tempo di riallacciare i contatti con tutte le città Eterne rimaste finora in silenzio. Polaria, Meru, Oceania, Mlima...

<<Dovremo aspettarci altre visite, quindi?>>

-Finora soltanto gli Eterni di Eridu hanno risposto alla mia chiamata. Non conoscono molto del mondo mortale di oggi...dato che il Trattato di Babilonia proibiva loro di espandere la propria città o di schiavizzare di nuovo esseri umani, negli ultimi duemila anni hanno preferito ritirarsi in meditazione per affinare le proprie capacità.

-Ed hai avuto la bella idea di... – inizia a lamentarsi Sersi, fermandosi quando l’intero palazzo inizia a tremare in seguito al rumore di una potente esplosione.

-Un altro attacco! – esclama Thena, mentre Zuras si limita a calare il capo con un’espressione di sconforto.

<<Songbird, blocca tutte le uscite attorno al bersaglio per impedire la fuga dell’attentatore! Sersi, tu ed io eseguiremo una ricerca dall’alto! Ercole, tu resta qui a proteggere...>>

Iron Man si ferma, osservando Zuras; Thena si è già teleportata fuori dal palazzo.

<<Ripensandoci, non credo ce ne sia bisogno: cerca di tenere a bada la folla>>

 

Lemuria, sul fondo dell’Oceano Pacifico

 

Questo è forse uno dei luoghi più strani del pianeta. Una folla di migliaia di persone si riversa nelle strade, una folla composta da individui radicalmente diversi l’uno dall’altro.

Madri che stringono figli ancora più orribili, fratelli dal colore della pelle diversa o con un numero differente di arti che cercano di mettere al sicuro la propria casa. Case diroccate, in alcuni casi vecchie di migliaia di anni e ricostruite così tante volte da non avere più nulla in comune con l’originale.

Poi, all’improvviso, si alza una folata di vento. Un vento strano, così forte da spegnere le fiamme che avvampano una gran parte di una città estremamente irregolare, senza però spostare le persone o togliere loro l’aria da respirare.

Un Deviante dalla pelle rosa, fino a pochi secondi prima all’interno di un palazzo in fiamme ed ora di nuovo in salvo, riporta alla madre con un braccio solo che esce all’altezza dello sterno il figlio neonato, i cui tentacoli si stringono con forza alle braccia del soccorritore.

Il suo nome è Kro ed è di fatto il sovrano di Lemuria, pur non avendo nessuna carica precisa. Un tempo generale, traditore, diplomatico e patriota, sapeva che qualcosa del genere sarebbe accaduto non appena è stato informato dell’esplosione.

La folla si ritrae all’atterraggio dell’uomo biondo dalla possente muscolatura, ai loro occhi orripilante quanto ogni essere umano. Thunderstrike smette di roteare la mazza incantata che gli ha dato il nome, e si avvicina al sovrano che riconosce.

-Avrei dovuto immaginare che solo il potere di Thor avrebbe potuto domare un incendio simile in così poco tempo – riconosce.

-Fortuna che è bastato il suo sostituto, allora...Kro, che è successo? Come è iniziato l’incendio? Ci sono vittime?

-Vedo che ai Vendicatori interessa poco il benessere di Lemuria, se mandano solamente uno dei loro membri – risponde il Deviante, mentre le sue ustioni guariscono a vista d’occhio.

-Al contrario, siamo pronti a prestare tutto il soccorso necessario – risponde Machine Man, o meglio la testa di Machine Man che ha allungato il collo per parlare con il sovrano: il resto del suo corpo è ancora a qualche decina di metri – Sfortunatamente, solo uno di noi può volare.

-Ed un altro di noi era occupato a lanciare tutte le proprie frecce anti-incendio – interviene Occhio di Falco, seguito da Capitan America che osserva:

-Volevamo coordinarci con le autorità lemuriane, ma sembra che tu sia l’unico ad aver tentato un soccorso.

-In effetti avevo ordinato ai soldati di prestare soccorso – ricorda Kro – Ma sembra che ultimamente...no, non mi credereste: meglio che mi seguiate.

Il sovrano Deviante si incammina di buon passo verso il centro della Città dei Rospi, mentre Thunderstrike sussurra a Capitan America:

-Non mi sembra che questo posto sia amministrato meglio dell’ultima volta...

 

Olympia

 

Nel quartiere lemuriano di Olympia, intanto, è scoppiato il caos. Se le costruzioni degli Eterni hanno resistito bene all’esplosione, i vicini edifici costruiti dai Devianti non sono stati altrettanto fortunati. E’ scoppiato un grande incendio, e creature dall’aspetto bizzarro sono state costrette ad abbandonare tutto ciò che è rimasto loro pur di mettersi in salvo.

Sopra di loro, Ikaris batte le mani con una forza sufficiente a spegnere le fiamme in un unico, gigantesco colpo di vento.

Ci sono istanti di silenzio, mentre l’Eterno fluttua sulle loro teste in attesa di gratitudine. Poi, uno dopo l’altro, i Devianti raccolgono detriti e sassi ed iniziano a lanciarglieli contro insieme alle loro grida rabbiose:

-Maledetti Eterni, lasciateci in pace! E’ così che volete sterminarci? – chiede l’orribile Deviante a sei braccia – Vieni qui a combattere da uomo, invece di nasconderti nel...

Innara atterra rumorosamente proprio di fronte a lui, ed il Deviante fa un passo indietro: non ha mai visto questa Eterna, finora.

La donna si erge fiera, sorridendo ed indicandosi il petto:

-Il tuo colpo migliore. Forza...o sei troppo stupido per capire quello che dico?

Carico di rabbia, il mostro la colpisce con tutta la sua forza e tutte le sue braccia...o almeno ci prova, perché un campo di energia blocca i suoi pugni. Pieno di dolore, il mostro indietreggia, fissando negli occhi la donna.

-Io...io mi arrendo.

-Io no – risponde Innara, afferrando il Deviante per la testa e sganciandola dal resto del corpo come se nulla fosse.

Alla vista di quell’omicidio assolutamente gratuito, Ikaris scatta alla velocità del suono per attaccare l’assassina...o almeno ci prova: quando si trova a pochi centimetri da lei, una forza esterna lo blocca.

I Devianti indietreggiano all’arrivo della regina Ki e di suo figlio Enili. Anche con tutta la sua forza, Ikaris riesce a muoversi di pochi millimetri.

-E’ a questo che si sono ridotti gli Eterni di Olympia? – chiede Ki a gran voce, sicura che la città lo stia ascoltando – Ad alzare i pugni contro i propri simili, per vendicare la vita di un assassino Deviante? A lasciare che la propria gloriosa città sia ridotta ad un cumulo di macerie da questi vermi striscianti?

<<Cosa diavolo sta succedendo?>> chiede Iron Man atterrando, mentre Sersi corre a soccorrere Ikaris che riesce finalmente a muoversi.

-Mai incontrato una simile forza telecinetica – ammette Ikaris – Ki dev’essere potente quanto Zuras in persona.

-Non conosci le leggende sulla dea della terra, la signora della montagna? – chiede Enili – Come mia madre scaraventò l’avamposto Deviante di Irkalla nel Sole, così potrebbe fare con questa stessa città.

-Questi Devianti sono ospiti di Olympia, e non deve esser fatto loro alcun male – chiarisce Sersi; lei stessa è sorpresa dalla decisione e dalla naturalezza con cui ha pronunciato queste parole, dopo tutto quello che quei mostri le hanno fatto. Ma nemmeno lei li avrebbe uccisi a sangue freddo!

-Sono stati loro a cominciare, lanciando bombe contro le vostre mura – controbatte Innara.

<<Questo dev’essere ancora dimostrato, ed in ogni caso non è una buona scusa per trucidarli. Sentite, non mi interessa che accordo avete fatto con Zuras: tornatevene immediatamente a casa, a meno che non ci vogliate arrivare a calci nel sedere>>

Il trio sumero resta letteralmente senza parole, non capacitandosi di ciò che è appena successo. Ki fluttua verso Iron Man, guardandolo dall’alto al basso con occhi carichi di energia cosmica.

-Tu...osi dare ordini a me? Tu, piccolo mortale insignificante, osi parlare con sdegno alla Regina di Eridu? Prostrati ai miei piedi ed implora pietà, o subirai la mia ira!

<<Oh, una cosa da dire ce l’ho eccome>> risponde Iron Man, per poi alzare il volume prima di gridare: <<Vendicatori uniti!>>

Una scarica di repulsori a piena potenza si scarica sulla faccia di Ki, a distanza ravvicinata. Sarebbe abbastanza da incenerire un essere umano, e secondo i dati a sua disposizione dovrebbe essere più che sufficiente a mettere KO qualsiasi Eterno.

Il fumo sollevato si dirada rapidamente, e Ki non ha nemmeno cambiato espressione. Songbird crea un ariete di suono solido che si scaglia contro la regina, mentre Sersi ed Ikaris rilasciano i propri raggi oculari in grado di generare abbastanza calore da vaporizzare il ferro.

L’ariete si ferma a mezz’aria, mentre i raggi improvvisamente si curvano e si dirigono verso l’atmosfera. Ercole carica a testa bassa verso la regina: Eridu alza un altro tornado per fermarlo, ma questa volta il semidio continua a camminare imperterrito...rallentato, ma impossibile da fermare.

-Non hai ancora imparato che non sei niente per me, mezzo umano? – lo irride l’Eterno barbuto, senza fare troppo caso al fatto che Ercole è già a pochi centimetri di distanza...tutto ciò di cui ha bisogno è decuplicare la forza del vento.

-Ho imparato che, con te, non ho bisogno di trattenermi – risponde Ercole, che ormai può completamente ignorare la forza fenomenale del vento: lo colpisce con un gancio destro sufficiente a scagliarlo dall’altra parte di Olympia, facendogli sfondare tutti i muri che incontra durante il tragitto.

-Questo sarà interessante – si lecca le labbra Innara, gettandosi nella lotta.

-E’ questa la tua idea di missione diplomatica!? – si lamenta Songbird, lanciando tutto ciò che ha contro Ki.

<<Saresti sorpresa da quante volte ha funzionato>> risponde Iron Man, caricando al massimo le armi.

 

Ai confini del ghetto lemuriano, intanto, un uomo dai capelli bianchi osserva la battaglia tra i Vendicatori e gli Eterni di Eridu. E’ conosciuto ad Olympia come il vecchio Aletheo, e dietro la schiena nasconde il braccio destro: l’esplosione ha danneggiato la manica del suo vestito, sotto al quale si intravede a malapena un lembo di pelle blu.

“Esattamente il diversivo di cui avevo bisogno” pensa, prima di scomparire tra i vicoli di Olympia.

 

Lemuria

 

Al centro dell’area devastata dall’incendio, l’ambasciata di Olympia è in perfette condizioni. Assomiglia ad un antico tempio greco, solo enormemente più imponente e sfarzoso; il contrasto con le rovine che lo circondano lo fa sembrare ancora più fuori dal tempo.

Un uomo di colore sta terminando di ricostruirlo, battendo il proprio martello dorato sull’ultima facciata da ricostruire. Attorno all’ambasciata, almeno due dozzine di Alti Sacerdoti si sono inginocchiati e stanno intonando una continua litania incomprensibile.

I Vendicatori si fanno strada tra la folla, che sussurra in continuazione indicando Thunderstrike. Parlano anche alle spalle degli altri Vendicatori, ma evitano accuratamente lo sguardo di Kro.

-Hey, riconosco alcuni di quei tizi – ricorda Occhio di Falco – Sbaglio o lavoravano con Ghaur?

-E’ naturale: tutti i membri del mio governo erano sotto il suo diretto controllo – risponde Kro.

-E tu ti fidi ad averli attorno!? – si meraviglia Capitan America.

-Ovviamente no, ma che scelta avevo? Ghaur aveva fatto uccidere tutti i funzionari, e non c’è nessun altro a Lemuria con la preparazione per gestire una civiltà.

-Non temi un nuovo colpo di stato? – chiede Machine Man.

-Sono il Deviante più vecchio di Lemuria, robot: nessuno mi ha ucciso per migliaia di anni. Inoltre, da quando ho vietato per legge il culto di Set, non hanno abbastanza seguaci...li detesto, ma purtroppo ho potuto tenere soltanto le mele meno marce, per usare un’espressione umana.

-Vietare la libertà di culto non mi sembra un buon inizio – protesta Capitan America, che vorrebbe avvicinarsi a Kro per parlargli faccia a faccia.

Occhio di Falco lo blocca, fissandolo con sguardo deciso come a dire “Non ora”, e poi aggiunge:

-Se questi non sono adoratori di Set, che stanno facendo?

-Stanno pregando per il risveglio del Celestiale Dormiente...secondo le profezie del Libro del Sonno Infinito, o meglio secondo la loro interpretazione, il fatto che alcuni Eterni si siano trasferiti qui è un segno che il Celestiale presto si sveglierà e divorerà il mondo.

-Capisco: lo stanno implorando di risparmiarli – analizza Machine Man.

-No, gli stanno chiedendo di lasciarli guardare mentre mangia gli Eterni. Come procedono le riparazioni, Phastos? – chiede Kro all’eterno di colore, che non si volta nemmeno per rispondere:

-E’ quasi finita. Ha preso una bella botta, ma è come nuova. Presto potrò cominciare a riparare il resto della città.

Uno dei sacerdoti striscia ai piedi di Kro; letteralmente, perché non ha le braccia ed una coda di serpente al posto delle gambe:

-Lord Kro, non vedi qual è il vero fine dell’invasore? Distruggere la nostra città, e ricostruirla ad immagine degli immortali.

-Idiozie! Perché avrebbero attaccato la propria ambasciata, allora? – risponde contrariato Kro, calciando via il sacerdote.

-Perché sapevano di poterla ricostruire rapidamente, mentre noi avremmo sudato per rimettere in piedi la nostra patria – risponde un altro sacerdote – E’ la loro natura sentirsi superiori a noi!

Occhio di Falco è pronto ad intervenire per separare i due litiganti, ma non ce n’è il tempo: la facciata dell’ambasciata esplode in faccia a Phastos, sollevando una gran nuvola di polvere.

 

La folla, che finora si era tenuta a debita distanza, va nel panico. Una gran massa di Devianti imbizzarriti che si muovono in modo disordinato per sfuggire ad un attacco di cui non capiscono ancora nulla, calpestandosi e spintonandosi l’un l’altro.

Machine Man afferra una delle colonne per evitare che schiacci dei passanti innocenti, mentre Thunderstrike ed Occhio di Falco si preoccupano di disperdere la polvere per poter avere una situazione più chiara. Kro si avvicina al punto dell’esplosione, proprio quando Phastos si rialza dalle macerie senza neanche un graffio.

E’ il caos totale, insomma. Capitan America non ha mosso nemmeno un muscolo, intento a fissare la folla con occhio attento.

Era tutto calcolato, capisce. Le esplosioni coordinate, ora questo attacco personale...chiunque ci sia dietro, desidera un’altra guerra tra Olympia e Lemuria. E dev’essere molto vicino all’ambasciata, per poter fare una cosa del genere: forse la prima esplosione è stata causata da un dispositivo a distanza, ma non questa...non dopo la ricostruzione dell’edificio

Nella folla impazzita cerca la cosa più improbabile, un’altra persona calma ed apparentemente innocua...e la trova. Dall’altra parte della strada, visibile a malapena tra mostri dalle forme più disparate, vede una donna Deviante dalla pelle verde riporre un dispositivo all’interno del vestito.

Un altro uomo esiterebbe ad agire, ma lui è Capitan America: sa distinguere tra il momento della riflessione e quello dell’azione, e decide di conseguenza. Lancia il suo scudo in aria, facendolo rimbalzare addosso ad un Deviante con ali da insetto al posto delle braccia.

Lo scudo rimbalza allora addosso alla donna, colpendola alla testa e facendola crollare a terra. Capitan America sa di aver individuato la sabotatrice, ma all’improvviso realizza un’altra cosa.

Realizza che si trova a diversi metri dagli altri Vendicatori, separati da un’orda di Devianti terrorizzati ed arrabbiati. Capisce di trovarsi nel bel mezzo di una rivolta, senza il proprio scudo e potenzialmente con un’intera città ostile di fronte.

E’ Capitan America, ed ha soltanto una cosa da dire, urlandola con voce abbastanza forte da farsi sentire da alleati e nemici:

-Vendicatori uniti!

 

CONTINUA

 

 

 

 



[1]              In Sub Mariner, Vol 1°, #5 (Fantastici Quattro, Corno, #61).

[2]              In Vendicatori Costa Ovest MIT #

[3]              Nello scorso episodio, per voi distratti.

[4]              Ma i lettori affezionati di questa serie sanno che si trovava al Progetto Pegaso dove è diventata il nuovo Venom.